Biologa Nutrizionista
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COS’E’ L’OMOCISTEINA
L' omocisteina è un amminoacido che deriva dalla metionina, altro amminoacido definito “essenziale” (che dobbiamo cioè assumere obbligatoriamente attraverso il cibo perché il nostro corpo non è in grado di produrlo), presente soprattutto in carne, pesce, uova.
A COSA SERVE?
L’omocisteina è fondamentale per produrre alcune sostanze essenziali nel nostro corpo: gli antiossidanti, tra cui il glutatione, e i donatori di metile (SAMe), coinvolti nella protezione tumorale. Come si può ben comprendere, il livello di omocisteina è un elemento molto importante per il nostro organismo, che può essere valutato attraverso analisi del sangue.
Normalmente, l’omocisteina viene convertita nelle altre sostanze utili al corpo attraverso processi che richiedono vitamine del gruppo B, in particolare B6, B12 e folati.
In condizioni ottimali l’omocisteina viene smaltita correttamente e non si creano accumuli, grazie a cofattori come lo zinco, la vitamina B2, B6, B9, B12, la betaina, la vitamina D. In certe condizioni, però, il livello di omocisteina nel sangue può salire e danneggiare la salute.
VALORI NORMALI E ALTERATI
L'omocisteinemia (ossia il livello di omocisteina nel sangue) viene influenzata dallo stile di vita che si conduce (fumo, inattività fisica, carenze vitaminiche), dall'età, dalla genetica (ad esempio i polimorfismi MTHFR).
I valori di riferimento dell'omocisteinemia sono tra 5-12 µmol/L, anche se questi sono valori che possono variare da laboratorio a laboratorio. E’ importante controllare il valore dell’omocisteina del sangue, perché se è troppo alta o troppo bassa possono esserci rischi anche gravi per la salute: infatti, l’iper-omocisteinemia costituisce un fattore di rischio cardiovascolare indipendente dagli altri fattori di rischio come il diabete, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia con bassi livelli di colesterolo HDL, il fumo (ossia, già da sola può fare danni). Inoltre è tra le cause di osteoporosi e danni cerebrali.
In caso di iper-omocisteinemia quali possono essere le conseguenze?
Invece con l’omocisteina bassa, l’organismo non riesce più a produrre il glutatione, una sostanza antiossidante che ci protegge dai radicali liberi. Con la riduzione del glutatione i valori dei radicali liberi salgono, quindi sale la richiesta di glutatione, di conseguenza il corpo cerca di aumentarne la produzione con maggior consumo di omocisteina, andando a creare un circolo vizioso.
QUINDI QUAL E’ IL LIVELLO IDEALE?
Secondo alcune ricerche, valori intorno a 6 o 7 sono ottimali per la diminuzione del rischio cardiovascolare. Al di sotto di questi livelli, però, si riduce la capacità di produrre i composti antiossidanti che ci servono. Invece, con livelli di omocisteina > 12 si parla di un livello di iper-omocisteinemia che merita attenzione., fino ad arrivare a livelli più gravi:
L’omocisteina è un fattore di rischio cardiovascolare addirittura più importante del tanto demonizzato colesterolo: l’ipercolesterolemia è un fattore di rischio cardiovascolare, ma è solo uno dei tanti insieme a ipertensione, infiammazione, sedentarietà, fumo, iperglicemia e, appunto, iper-omocisteinemia. Anche il colesterolo è coinvolto, ma non è il solo, eppure è quello più incriminato.
QUALI SONO LE CAUSE DELL’AUMENTO DEI LIVELLI DI OMOCISTEINA?
L’enzima metilen-tetraidrofolato reduttasi (MTHFR) svolge un ruolo centrale nel metabolismo dell’omocisteina, ossia nel suo utilizzo e smaltimento. Un’alta percentuale di persone presenta mutazioni su questo gene che portano a una minor funzione dell’enzima e di conseguenza a un aumento dei livelli di omocisteina nel sangue. Esistono 2 principali mutazioni, definite mutazioni C677T e 1298A/C; di queste, la prima sembrerebbe essere la più importante sotto il profilo del rischio trombotico, comportando una riduzione dell’attività enzimatica della MTHFR pari al 50%. La mutazione di questo enzima può essere trasmessa ai figli.
Inoltre sono coinvolti anche la nostra dieta e il nostro stile di vita: una dieta povera di frutta e verdura, l’utilizzo di farine raffinate, una quota scorretta di proteine (per eccesso o per difetto), una vita troppo sedentaria possono far aumentare i livelli di omocisteina. Anche il ridotto apporto di zolfo è in grado di influenzare i valori, perché in carenza di zolfo il corpo consuma l’omocisteina e il glutatione per fornire al corpo un altro aminoacido fondamentale, la cisteina (che contiene appunto zolfo). La cisteina è molto importante per numerose reazioni all’interno dell’organismo. In questo caso, quindi, calano i livelli dell’omocisteina ma anche del glutatione, che è un importante antiossidante e deve rimanere invece a livelli adeguati per proteggerci efficacemente dallo stress ossidativo.
INVECE COSA NE CAUSA LA DIMINUZIONE?
La diminuzione dell’omocisteina è dovuta ad un eccesso di infiammazione, allo stress e ai radicali liberi. Questi fattori richiedono valori più elevati di glutatione, che per essere prodotti necessitano di buoni livelli di omocisteina, portando ad una sua diminuzione. E’ necessario quindi ridurre lo stress, migliorare la qualità del sonno, ridurre l’infiammazione e l’esposizione ai prodotti chimici. In certi casi può essere utile ricorrere all’integrazione di glutatione o, meglio ancora, del suo precursore, l’N-acetilcisteina (NAC).
COME RIDURNE I LIVELLI?
Il primo passo fondamentale è rivedere la propria dieta e introdurre dell’attività fisica quotidiana nella propria vita. Una dieta più ricca in alimenti vegetali (frutta e verdura) aumenta la diversità del microbiota intestinale, che è associata ad una migliore salute metabolica e a livelli più bassi di omocisteina nel sangue. Poi, soprattutto se la causa è genetica, è fondamentale integrare folati in forma attiva (metilata) e vitamina B12 in forma attiva (metilcobalamina), e monitorare altri aspetti che contribuiscono a definire il proprio rischio cardiovascolare, con esami clinici specifici. Dopodiché è essenziale verificare nuovamente i livelli di omocisteina dopo circa 2 mesi.
Parallelamente alla correzione delle abitudini alimentari si può integrare di magnesio pidolato e folato oxiprolinato , in quanto l’oxiprolina migliora l’assorbimento dei composti ad essa coniugati, il magnesio migliora la funzionalità del muscolo cardiaco e il folato riduce i livelli di omocisteina aumentando i processi di rimetilazione e transulfurazione cellulari.
Uno studio recente ha verificato che riducendo l’assunzione di caffeina per almeno 6 settimane si assiste alla riduzione di almeno il 10% dei valori di omocisteina plasmatica: il caffè agisce riducendo l’assorbimento di acido folico dal tratto intestinale, o interferendo nella sua utilizzazione attraverso alcune delle sue componenti.
Per approfondire:
Homocysteine Facilitates the Formation of Carotid Atherosclerotic Plaque Through Inflammatory and Noninflammatory Mechanisms https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38422209/
Homocysteine as a predictor and prognostic marker of atherosclerotic cardiovascular disease: a systematic review and meta-analysis https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37782175/
Folic acid and plasma lipids: Interactions and effect of folate supplementation https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0146280624001786?via%3Dihub
Aisen PS. A Pilot Study of Vitamins to Lower Plasma Homocysteine Level in Alzheimer Disease. Am J Geriatr Psychiatry. 2003 Mar-Apr;11(2):246-9
Christensen B. e al. Abstention from filtered coffee reduces the concentrations of plasma homocysteine and serum cholesterol–a randomized controlled trial. Am J Clin Nutr. 2001 Sep;74(3):302-7.